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Cenni di storia sul Malawi

Albori della civiltà Bantù



I reperti archeologici ritrovati in Malawi sono stati datati a circa un milione di anni fa. Le popolazioni preistoriche risiedevano nelle zone circostanti il lago intorno ai 50.000/60.000 anni fa. Le caratteristiche antropologiche delle popolazioni locali erano simili a quelle delle etnie che risiedono oggi nel corno d’Africa.
Intorno al 1480 ebbe origine nell’area del fiume Shire la confederazione dei Maravi (nome dal quale ha origine l’attuale stato) e il sovrano aveva il titolo di calonga.

Fino al 1700 la confederazione acquistò una notevole importanza ma nel secolo successivo i Maravi furono vittime di attacchi e invasioni di altri popoli che catturavano schiavi per rivenderli principalmente nell’isola di Zanzibar.

Il Malawi è abitato da popolazioni Banti che a partire dai sec. XIV-XV, in diverse ondate invasero il Paese, forse però sovrapponendosi a preesistenti popolazioni. Per gli europei, la conoscenza di questi territori è legata alle esplorazioni di David Livingstone, che raggiunse il lago nel 1859. Fino alla fine del XIX secolo il Paese fu dominato dagli Yao (Wayao), originari dell'attuale Tanzania, al servizio dei mercanti arabi di schiavi, che avevano potere assoluto sulle popolazioni locali e furono piegati solo con duri interventi dagli inglesi.

Il gruppo dei Maravi rappresenta il 57,4% della popolazione, mentre i lamwe (nyanja) ne costituiscono il 12,4%. A essi si aggiungono gli Yao (10,1% ), quindi gli Ngoni o Tumbuka (9,5%), una tribù zulu fuggita dall'attuale Repubblica Sudafricana, che occupa gli altopiani settentrionali. Sono presenti anche i sena (2,7%), i lomwe (2,4%), i tonga (1,7%) e altre etnie (3,8%), che comprendono anche piccoli gruppi di europei e asiatici, questi ultimi discendenti degli immigrati dal subcontinente indiano all'epoca del dominio coloniale britannico.

Nel 1939 il numero degli abitanti ammontava a 1.640.000, saliti a poco meno di 2.500.000 nel secondo dopoguerra e a oltre 10.500.000 nel 1999. Nonostante l'elevato tasso di mortalità, anche infantile, la popolazione del Malawi è costantemente in aumento; parallelamente il saldo migratorio è da diversi anni negativo: il divario fra l'incremento della popolazione e le reali capacità di assorbimento di un'economia ancora per lo più agricola generi intensi flussi migratori verso i Paesi vicini, Zimbabwe e Sudafrica su tutti. Di conseguenza la crescita demografica è relativamente contenuta, ma in aumento nel quinquennio 2000-2005.

Molto pesante è l’emergenza sanitaria a causa della diffusione dell'AIDS e il Paese si colloca agli ultimi posti al mondo per quanto concerne lo sviluppo umano, nonostante un discreto livello di scolarizzazione.
Il Paese è uno dei più densamente popolati dell'Africa (la densità è di 110 ab./km²), pur con forti disparità da zona a zona; nella sezione meridionale si hanno le maggiori concentrazioni, specialmente nelle zone fertili e non eccessivamente umide alla sinistra dello Shire e intorno ai maggiori centri abitati.

La più diffusa forma d'insediamento è il villaggio, per lo più di piccole dimensioni e circondato da campi coltivati a miglio, sorgo, manioca e patate dolci.
L'urbanesimo è un fenomeno recente e ancora molto modesto (nel 2005 solo il 17,2% della popolazione viveva nelle città), e la stragrande maggioranza degli abitanti vive in case sparse o nei villaggi.

Le città vere e proprie sono soltanto Zomba, Blantyre e la capitale Lilongwe. Zomba sorge a 884 m d'altitudine sull'altopiano dello Shire, non lontano dalla sponda occidentale del Chilwa, ed è nodo stradale di una certa importanza. Situata poco a 1100 m sul medesimo altopiano, ma in migliore posizione rispetto alle vie di comunicazione, è Blantyre, capitale economica del Paese: è importante nodo stradale sulla linea per Beira ed è dotata di un aeroporto. Lilongwe, infine, capitale dal 1975, è anch'essa dotata di aeroporto; è posta sul fiume omonimo e ha il vantaggio, rispetto a Zomba, di trovarsi in una posizione più centrale rispetto al territorio.

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