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Pesce persico

L’INCUBO DI DARWIN


Introdotto artificialmente nel lago Vittoria negli anni '50 e '70, il pesce persico, la 'tilapia' del Nilo – che può misurare 2 metri e raggiungere un peso di due quintali - ha decimato gran parte delle 200 specie ittiche del più grande specchio d’acqua dolce africano, il terzo per estensione nel mondo. L'affermazione del nuovo predatore ha fatto si che il suo filetto bianco sia stato richiesto ed esportato in enormi quantità. Ma se gli aerei cargo caricavano tonnellate di pesce destinato all’Europa, dalle stesse stive uscivano anche migliaia di fucili kalashnikov destinati ad alimentare per anni i conflitti nella regione dei Grandi Laghi. La storia della tilapia serve al regista Huber Sauper come metafora del confronto tra nord e sud del mondo e della globalizzazione, raccontata nel suo documentario ‘L’incubo di Darwin’. Il film, nominato per l’Oscar, esce venerdì nelle sale cinematografiche italiane. Intorno a quella della tilapia, vincitrice sulle specie autoctone, se ne sviluppano altre di interessi più o meno legittimi e della vita di molti: piloti di cargo, soldati corrotti, dirigenti di industrie ittiche, prostitute tanzaniane. “L’idea di questo documentario è nata nel 1997 – dice Sauper – assistendo alla bizzarra contrapposizione di due giganteschi velivoli cargo, entrambi carichi di cibo. Il primo proveniva dall’America con 45 tonnellate di piselli destinati a nutrire i rifugiati dei vicini campi dell’Onu. Il secondo stava decollando verso l’Europa carico di 50 tonnellate di pesce fresco. Scoprii ben presto che i cargo carichi di aiuti umanitari in realtà trasportavano armi destinate alla stessa regione: i rifugiati sfamati di giorno con i piselli, di notte venivano massacrati con armi trasportate sullo stesso aereo… si parla di pesce persico, ma si potrebbe fare lo stesso con i diamanti, le banane, il petrolio o altre risorse naturali il cui sfruttamento invece di portare benessere ha contribuito a innescare guerre”. La pellicola è stata premiata al Toronto International Film Festival e a quello di San Sebastian.
[CO]


Fonte Misna

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